Concludiamo il nostro piccolo itinerario alla scoperta di alcune attrazioni del Lazio, con uno dei siti più famosi di questa regione, Villa d’Este a Tivoli.
Vero e proprio capolavoro architettonico, è stato preso a modello successivamente per molti giardini europei di tardo Cinquecento e in seguito nel Seicento e Settecento. Per questa sua unicità anche questo splendido sito è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Villa d’Este è uno dei primi esempi delle ville suburbane fatte realizzare dai nobili alla metà del Cinquecento. Qui le antiche famiglie nobiliari amavano passare i loro momento di ozio, rilassatezza e svago. Sulla base di queste caratteristiche fu progettata Villa D’Este. Un luogo di riposo e leggerezza, da qui il suo nome originario Villa Gaudente.Il committente fu il cardinale Ippolito d’Este. Nominato da Giulio III, governatore di Tivoli, si rese conto che la residenza a lui destinata era un convento benedettino. Abituato a ben altro cercò di realizzare qui, un luogo che riecheggiasse i fasti delle corti di Ferrara, di Roma e Fontanebleau, in grado di competere con la magnificenza della villa Adriana. Appassionato d’arte e delle testimonianze antiche questo era un posto privilegiato anche per arricchire la sua collezione.
L’architetto prescelto fu Pirro Ligorio, che in questo tipologia architettonica di villa con giardini e giochi d’acqua si era cimentato, (ricordate Il Sacro Bosco di Bomarzo?). Ligorio fu affiancato da numerosissimi aiuti ed artigiani.
La costruzione non fu certo facile sia perchè seguì le vicissitudini private del cardinale, e sia per l’enormità dell’opera. Vennero acquistati dei terreni che erano di due chiese appartenenti a due ordini diversi, bisognò far convogliare le acque del fiume Aniene. Non solo, i materiali erano di spoglio prelevati dalla Tomba di Cecilia Metella e si faticò ad ottenere i permessi.
Ippolito d’Este desiderò così tanto questa villa, ma riuscì a godersela ben poco. Terminata nel settembre 1572, il cardinale morì nel dicembre di quell’anno.
Dopo la sua morte la villa rimase in mano alla famiglia Este, Ippolito II, Luigi e Alessandro sino al 1624. Nel frattempo vi lavorarono altri artisti tra cui Gian Lorenzo Bernini. In seguito passò in mano agli Asburgo che smembrarono le collezioni che furono irrimediabilmente disperse. Nell’Ottocento con Hoenlohe, la villa torna al suo vecchio splendore e destinandola alla sua vecchia funzione. Dal 1918 la villa fu acquistata dallo Stato Italiano che la restaurò ed aprì al pubblico.
La villa al suo interno è riccamente decorata con affreschi che furono realizzati da importanti pittori dell’epoca, ma questo splendido sito è noto per i suoi splendidi giardini. Questi sono il risultato della mente di Pirro Ligorio che realizzò un gioco di terrazzamenti e pendii, articolati su un asse longitudinale centrale e cinque assi trasversali principiali, riprendendo uno schema tipico delle città romane. Qui furono inserite splendide fontane e giochi d’acqua, lussureggianti alberi e piante di varie specie. Se il risultato dal punto di vista estetico è straordinario pensate dal punto di vista idraulico. Sotto questo punto di vista Ligorio dimostrò la sua maestria tecnica e la sua genialità. Tutte le fontane erano alimentate sono con la pressione monumentale e con il principio dei vasi comunicanti.
Dopo la scala monumentale vi è il viale principale che scorre parallelamente alla facciata del palazzo. Ai limiti di esso vi la Gran Loggia e la Fontana Europa.
Il Giardino è il tipico giardino all’italiana, e ha una perfetta armonia con la Villa e con il paesaggio circostante. Arte e fastosità si fondono con la natura. A rendere il tutto ancora più affascinante gli spruzzi delle fontane, gli specchi d’acqua che sono l’attrattiva principale di villa d’Este. Fontane monumentali e fontane piccole animano il percorso dei giardini. Ognuno ha un nome particolare, dalla fontana del Bicchierone realizzata nel 1661 da Gian Lorenzo Bernini, alla Rometta rievocazione in miniatura di uno degli edifici dell’antica Roma. La fontana dell’Ovato, così chiamata per la sua forma, considerata la fontana più barocca della villa. Si continua con la celebre fontana dell’Organo, il suo nome deriva perché all’interno di essa era collocato un meccanismo di acqua che permetteva di suonare motivi di organo. Disegnata da Pirro Logorio ha un aspetto monumentale. Il percorso è vario e vasto dalle Cento Fontane, a quella dei Draghi a quella della Civetta. Mille parole non valgono una visita reale all’interno della villa. Sono monumenti come questo che ti fanno sentire orgogliosa di vivere in Italia, che è dal punto di vista storico artistico il paese più bello del mondo.