Stiamo per trattare uno dei monumenti più suggestivi e misteriosi che ci sono in Sardegna: il Pozzo sacro di Santa Cristina.
Ci troviamo di fronte a una delle migliori testimonianze architettoniche delle popolazioni che hanno abitato l’isola migliaia di anni fa, che affascina per il suo significato astronomico.
Il Pozzo Sacro di Santa Cristina si trova vicino ad Abbasanta, e risale al IX – XI secolo a.C. Oggi è considerato il migliore, per gusto estetico-architettonico e per lo stato conservativo, dei circa quaranta pozzi che animano la regione sarda.
Il Pozzo sacro di Santa Cristina ha sempre affascinato numerosi studiosi. Questo perchè il pozzo fu realizzato e concepito in funzione del movimento terrestre e degli astri.
Andiamo con ordine: che cos’è un pozzo sacro?
Si trattava di un luogo di culto dedicato alle acque, realizzato a partire dall’età del bronzo. E’ una testimonianza unica della capacità architettonica che avevano queste popolazioni.
I principi architettonici sono gli stessi del nuraghe (però più evoluti), dove il fulcro della struttura (il pozzo) era costituita da una tholos, che aveva nella parte alta un foro.
Rispetto ai nuraghi la differenza è che l’architettura era ipogea e la sua funzione era quella di raccolta dell’acqua piovana.
Oltre alla funzione pratica, i pozzi sacri avevano però anche una un funzione di tipo religioso. Questo è dimostrato, innanzitutto, dalla cura con il quale erano edificati.
I pozzi sacri erano dei luoghi di pellegrinaggio, alcuni sono ancora frequentati. Tra questi vi è quello di Santa Cristina. Ci sono dei giorni di festa in cui i fedeli percorrono lunghi tragitti per partecipare alle funzioni religiose nella chiesa che si trova nelle vicinanze e da cui prende il nome. I riti sono gli stessi del passato, con danze collettive, canti e banchetti.
Quello che però rende il Pozzo sacro di Santa Cristina uno dei luoghi più suggestivi della Sardegna è il suo significato legato all’astronomia.
Sembra infatti, che il monumento sardo fu progettato in funzione di un orientamento astronomico della luna. Ogni diciotto anni e sei mesi tra fine Dicembre e l’inizio di Gennaio questa si specchia esattamente al centro del foro della tholos. Non solo, un tempo quando l’asse della terra era inclinato, in modo che in Sardegna si vedesse ancora il Rigel Kent il piede di centauro (la stella più vicina alla terra), durante l’ equinozio primaverile ed autunnale, il sole illuminava il pozzo per l’orientamento astronomico della gradinata.
Questo fu realizzato grazie alla sapienza del calcolo che gli antichi sardi possedevano, tanto che lo progettarono secondo precisi conteggi geometrici.
La struttura è suddivisa in tre parti: il vestibolo, la scala e il vano interrato coperto da un volta a tholos. Sul fondo di quest’ultimo vi è la fonte sacra. L’intera area è delimitata esternamente da un recinto ellittico di pietre.
Il vano d’ingresso si apre a ventaglio, dando l’effetto di accogliere il visitatore in modo scenografico, invitato a recarsi verso la scala monumentale. Anche questa è coperta da una sorta di scala rovesciata.
L’intera struttura manifesta una marcata razionalità progettuale, sintomo della grande cultura costruttiva dei sardi un tempo. I blocchi, usati per edificare la struttura, sono tagliati con estrema precisione.
Un sito da non perdere per chiunque si trova in Sardegna.