Da oggi iniziamo un itinerario in un’altra delle regione del nostro bel paese, la Puglia. Il “tacco” del nostro stivale è paese di mare e di terra. Paesaggi unici, sia maritimmi che di campagna si alternano nel suo territorio. Al suo interno vi sono borghi e città che si affacciano sul mare ed altri che sono collocati nel suo entroterra. Tutti sono carichi di storia e in moltissimi di loro ci sono tracce storiche di grande importanza, da visitare.
Chiese antichissime, animano il territorio e mostrano ancora intatto il fascino del passato. Tra queste vi è la Cattedrale di Troia un borgo in provincia di Foggia collocato nella zona interna della regione.
Sede del potere del vescovo nel passato, la Cattedrale di Troia fu edificata in un edificio bizantino di epoca precedente con materiali di riuso di epoca romana.
Qui il vescovo esercitava oltre il suo potere spirituale anche quello temporale.
L’edificio fu patrocinato nel 1106 dal vescovo Guglielmo II.
Internamente è una struttura a croce latina suddivisa in tre navate, scandite da tredici colonne di marmo. Il numero delle colonne è simbolico posto ad indicare Gesù con i suoi apostoli. Un elemento su cui porre attenzione è l’asimmetria dell’abside che può sembrare apparentemente un anomalia, ma che è stata letta da molti con diversi significati alcuni simbolici ed altri più funzionali. Questo tipo di abside migliora l’acustica e prevede la formazione di echi. Una teoria affascinante, ma non sappiamo quanto reale, è quella che vede nella forma dell’edificio la sagoma del corpo di Cristo in Croce. La pianta a croce latina sarebbe il corpo umano di Cristo mentre l’abside asimmetrica sarebbe la sua testa reclinata.
Elemento dominante dell’edificio è la facciata che è suddivisa in due parti da un cornicione. La parte superiore è più leggera e si contrappone a quella inferiore più compatta, che ha come unico elemento di ravvivamento archi ciechi e semicolonne. La parte centrale della facciata termina con un tetto a doppio spiovente sorretto da due contrafforti. Punto focale della facciata è il rosone che è uno splendido esempio della tecnica scultorea a traforo. Al centro si irradiano undici colonne che creano angoli uguali, connesse tra di loro attraverso degli archi che fanno da cornice. Insieme agli undici spicchi sapientemente traforati, il rosone è caratterizzato da ventidue decorazioni differenti realizzate con la tecnica a traforo. Le colonnine poggiano su un cerchio di pietra lavorata a squame, che sembra un serpente che si morde la coda, simbolo dell’eternità, della morte e della resurrezione, e quindi di Cristo.
Molto importanti sono anche le porte bronzee. Il portale centrale del 1119 è decorato con motivi orientaleggianti e ha al suo interno un simbologia legata al peccato e alla salvezza. Suddiviso in 28 parti ognuna raffigurante personaggi differenti.
Costruita da Oderisio da Benevento al di là della simbologia cristiana, celebrava anche le glorie del vescovo e la sua abilità di mediatore nei rapporti tra la Santa Sede e i baroni normanni. Nel 1127 fu realizzato un portale laterale sempre realizzata dallo stesso artista che nel suo programma iconografico mostra il modificarsi della situazione politica.
Se siete curiosi di sapere come proseguirà il nostro itinerario continuate a seguirci.