L’originale del 1996 guida del campeggiatore inesperto

 

 

Come è e come ci si regola

 

Per chi non lo sapesse di solito i campeggi non si prenotano. Meglio, si prenotano i posti migliori, ma spesso nessuno garantisce niente anche se è difficilissimo venir lasciati per strada (capita solo nelle località più affollate o nei campeggi più piccoli), è comunque meglio telefonare prima di mettersi in viaggio. vista di un campeggio estivo sulle AlpiSulle Alpi (oltre i 1500m) spesso consiste in un prato o in un boschetto neanche recintati, dotati dei servizi essenziali, ma questo è un aspetto proprio della montagna (se si va al bar prima si consuma, poi il barista ci chiede ciò che abbiamo preso: a Roma un bar del genere durerebbe mezza giornata).

 

Lo spaccio

 

Quasi tutti sono dotati di spaccio interno, leggermente più caro (ma dipende…) dei negozi, ma aperto fino a tardi.Ci si trova di tutto dai meravigliosi sughi pronti (attenzione al fegato!) alle provvidenziali bombolette per il fornelletto (finiscono sempre quando è notte, piove e si è appena calata la pasta), ma anche pannolini per bambini, saponi e detersivi. Una nota a parte merita il pane fresco: spesso si ordina il giorno prima, conviene quindi farlo non appena si arriva al campeggio o, almeno, informarsi subito.

 

Le docce e l’acqua calda

 

Al primo campeggio dove arriviamo vogliamo farci la doccia, cinquecento chilometri col caldo d’agosto non sono pochi! Domandiamo in direzione e ci dicono che le docce calde si pagano. Benissimo, costano 2000 Lire, ma quanto durano? Mah, dipende… sono ventuno litri di acqua calda da miscelare con la fredda… di solito avanza sempre! Ok, ne prendiamo un gettone ciascuno, visto che domani ripartiamo non vorremmo trovarci gettoni in più.Gravissimo errore.Entro nella doccia, inserisco il gettone e mi inizio a lavare,mentre mi insapono chiudo l’acqua usando un tasto di interruzione, come guidato da un presentimento. Riapro per sciacquarmi e mentre sto passando sotto il getto i capelli e la schiena ecco che sento un “clang”: subito arriva la gelida sorpresa. Anche ad un monaco buddista con il voto del silenzio sarebbe partito un bestemmione. A me no. Ho troppo freddo, l’acqua, quel campeggio a 1800 m, la prende direttamente dal ruscello che a sua volta viene dal ghiacciaio del Monte Bianco. Potrei uscire nudo e urlante dalla doccia, se non altro mi scalderei. Mi sciacquo con i cubetti di ghiaccio. Morale: non fidatevi troppo della direzione quando decanta l’efficienza e la tecnologia dei suoi impianti.

 

Sistemazione della tenda

 

Di solito la piazzola dove piantare la tenda è assegnata, altre volte c’è una certa libertà di scelta e non esistono vere e proprie piazzole. In questi ultimi casi conviene attenersi rigidamente a delle regole pratiche:
a) studiare la conformazione del terreno per evitare di piazzare la tenda in una conca o sul letto di un ruscelletto o in zona caduta massi.
b) se il terreno è in pendenza disporre la tenda in modo che i piedi siano più in basso o, meglio, in modo che la testa sia allo stesso livello dei piedi (basta mettersi di traverso: anche se sembrerà di dormire su piani diversi sarà sempre meglio del mal di testa o dei piedi gonfi la mattina dopo).
c) studiare attentamente i vicini (le coppie con o senza bambini vanno evitate, se non sono rumorosi i bambini potrebbero esserlo i genitori…) [ Alcuni miei amici, tutti maschi, sono stati tenuti svegli per una settimana da mugolii e urletti e nessuno ha avuto il coraggio di protestare in direzione; poi non dite che non vi avevo avvertito!].
d) non appiccicarsi comunque a nessuna tenda altrui perchè in ogni caso si ha diritto ad un minimo di privacy.
e) curarsi che la nostra tenda non sia proprio sul passaggio delle macchine, possibilmente neanche su quello delle persone e che abbia intorno uno spazio sufficiente per parcheggiare l’auto e per tavolini e compagnia.

 

Montaggio del tutto

 

Piccoli suggerimenti per i picchetti della tenda e per i materassini.I picchetti servono a tenere inchiodata la tenda al suolo, ma anche ad ancorare tiranti supplementari contro il vento: evitate di piantarli a più di trenta centimetri dalla tenda, potrebbero costituire delle formidabili trppole per voi stessi. Io sono inciampato e caduto due volte sulla tenda (che collaudo eh?) proprio perchè il tirante, nero, era ad una distanza esagerata dalla tenda stessa, che, per fortuna, ha retto anche a questo stress.
In montagna c’è una grande escursione termica tra giorno e notte, se quindi gonfiate troppo i materassini la sera dopo sembreranno più sgonfi. Questo perchè sotto il sole nella tenda si raggiungono facilmente i quaranta gradi, la pressione nel materassino aumenta e un po’ d’aria fuoriesce. Di notte, specie se è sereno e si è sopra una certa quota, si può arrivare anche a quattro gradi: quindi il materassino ci sembrerà molle. Il trucco sta nel non gonfiarlo al massimo in modo che con la sua elasticità possa sopportare le escursioni termiche senza perdere aria. E’ quindi inutile pompare ogni sera per mezz’ora alla ricerca di una rigidità da materasso ortopedico.

 

Vita da campeggiatori

 

I campeggiatori, ho notato, si dividono in due grandi categorie: quelli delle tende e gli altri.Nella prima categoria spesso ricadono coloro che vedono la vacanza come un momento per fare cose insolite che mettano alla prova il fisico e lo spirito, amano la natura e il dormire all’aria aperta (la tenda ferma solo la pioggia e neanche sempre), sono di tutte le età e classi sociali (vicino noi campeggiava una coppia di sessantenni), non hanno eccessivi pudori e di solito sono molto socievoli e solidali tra loro, l’unico difetto è che, talvolta, sono un po’ esaltati. Nella seconda oltre a persone come a quelle appena descritte ci sono purtroppo anche i cosiddetti “rulottari” (termine dispregiativo che non riguarda però il fatto di possedere una roulotte, ma, ripeto, il fatto che tra coloro che hanno la roulotte alcuni sono così), per loro chi ce l’ha più grossa è meglio degli altri, guardano con disprezzo i “pezzenti” delle “tendine” e non li capiscono proprio. Loro sì che se la godono! Hanno il bagno in “camera”, possono cucinare seriamente, dormono al chiuso e sono stanziali. Sì, rimangono tutta l’estate in un posto, spesso lo stesso degli ultimi dieci anni. Trasformano addirittura il loro mezzo in una specie di villetta con tanto di staccionata e passano la loro vacanza a chiacchierare delle stesse cose con le stesse persone.
De gustibus… (Traduzione romana: Tutti li gusti so’ gusti, diceva quello che se sedeva sulli parafurmini…). Il bello della tenda è che, se sei stufo, in mezz’ora sei pronto per partire e, mentre con un caravan devi assolutamente prenotare, una “tendina” non la rifiuta mai nessuno, anzi spesso fanno lo sconto sul prezzo della piazzola. La cosa più divertente è proprio vagabondare da un luogo all’altro senza programmi fissi e senza spendere un patrimonio. Spirito da Easy Rider a parte, posso dire che se c’è il sole la vita da campeggiatori è una vera pacchia. Ci si alza, si mangia qualcosa, ci si mette stesi sull’erba e si prende il sole parlando di cose insulse, poi, quando si è toccato il fondo con le banalità, si va all’immancabile campetto da pallavolo e si cerca di organizzare una partita, quando si sono fatte le squadre è tempo di pranzare. Il pranzo dura dalle due alle tre ore, perchè come minimo si rovescia due volte il pentolone della pasta (immancabili spaghetti) e poi bisogna prima preparare tutto. I piatti si laveranno poi (questo significa appena prima del prossimo pasto, che, per pigrizia, si deciderà di fare a panini). Si gioca finalmente, ci si va a fare la doccia ed ecco che tramonta il sole e si deve preparare la tenda… Dopo un giorno di questa vita anche il più pigro dei pigri decide di alzarsi all’alba (dipende cosa si intende per alba…) e andare a fare il turista nei dintorni. Se poi si ha accanto una ragazza soprannominata la Stachanov dell’ escursione in montagna si può facilmente immaginare cosa si è costretti a fare!

 

Gli insetti

 

Presenza costante e ubiquitaria gli insetti non rappresentano poi un grande problema, basta un pò di buon senso. Intanto quasi tutte le tende che non siano proprio del Giurassico sono dotate di zanzariere alle aperture: si può così cambiare l’aria lasciando fuori formiche e compagnia. Se poi, però, si verificasse un’infiltrazione basterà svuotare la tenda e sbattere i sacchi per stare tranquilli. Certo è meglio non sbriciolare o lasciare immondizia o cibo non sigillato vicino alla tenda, ma questo mi pare ancora più ovvio di quanto, già ovvio, detto finora.

 

La pioggia

 

Se piove un giorno, non succede nulla, basta avere l’accortezza di non bagnare dentro la tenda mentre si entra con i K-way bagnati. Se piove per due giorni, si organizzeranno tornei di traversone. Se piove ancora più a lungo e le previsioni sono fosche si va alla direzione, si telefona al primo campeggio col sole, fosse anche a seicento chilometri, si paga il conto e si parte (le nuvole ci seguiranno sicuramente, ma almeno avremo regalato il sole ai nostri ex vicini di campeggio!).La cosa più bella è se piove di notte e di giorno è sereno: si può godere il ticchettio della pioggia sul telo, sfruttandone gli effetti romantici sul partner, mentre stiamo al caldo e i tuoni squassano l’aria, e la mattina si possono fare le gite o le partite normalmente.

I bagni

Per chi, come me, non ha fatto il militare questa è la prima esperienza seria di cameratismo da bagno. Capita di vedere la gente mentre compie i gesti più intimi e ripetitivi e ci si accorge di quanto siamo diversi e al tempo stesso ci somigliamo.Di solito ci si lava in schiere di lavandini, gli uomini da una parte, le donne dall’altra. I bagni, anch’essi in schiera, sono quasi ovunque alla turca: dopo le prime volte, in cui si ha la sensazione di caderci dentro o, peggio, di essersela fatta sui pantaloni, ci si abitua. Non esistono bidet. Bisogna accontentarsi della doccia, che diventa necessariamente un’esperienza quotidiana. L’acqua calda spesso si paga: c’è un contatore che eroga tot litri all’inserimento di un gettone. Consiglio di fare la doccia in orari in cui se la fanno anche altri, si rischia altrimenti di pagare per calda l’acqua che, raffreddatasi nei tubi dall’ultima volta che è stata aperta, invece ci arriverà tiepida. Spesso poi avanza effettivamente dell’acqua calda a chi ha inserito una palata di gettoni per paura della doccia scozzese, non è quindi raro farsi una bella doccia calda a sbafo.

 

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