Le ville palladiane costituiscono un insieme di ville venete, prevalentemente concentrate nel territorio della provincia di Vicenza. 24 di queste ville sono state inserite, nella metà degli anni ’90, nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.
Tali ville non erano destinate (qui sta la differenza, grosso modo, con quelle romane e medicee) solo al semplice svago dei proprietari, bensì costituivano degli importanti complessi produttivi. Le ville erano attorniate spesso da vigneti e comprendevano diversi magazzini, depositi, stalle, con la presenza poi delle caratteristiche barchesse (o barcòn), ossia edifici destinati a contenere gli ambienti di lavoro, dividendo lo spazio del corpo centrale della villa, riservato ai proprietari, da quello dei contadini ed altre figure professionali non “nobili”. Il corpo centrale, inoltre, è a sua volta suddiviso in senso verticale, dove ogni piano assolve a differenti funzioni. Queste ville divennero pure oggetto di studio e questo grazie all’opera dell’architetto rinascimentale Andrea Palladio, “I quattro libri dell’architettura” (1570). Tali disegni riconoscono che non vi era bisogno di avere un grande palazzo in campagna modellato direttamente su quelle di città, quali sono di fatto parecchie ville della fine del XV secolo. L’importante era creare, invece, una presenza sociale e politica nelle campagne ed adatte pure al riposo, alla caccia, incontri e svago. Le ville erano circondate da un cortile recintato e da un muro, quindi, adatto a proteggerle da possibili incursioni di banditi. C’è da dire che Palladio trovò ispirazione nei grandi complessi antichi che somigliano alle dimore di campagna circondate dalle loro dipendenze, ad esempio il santuario di Ercole Vincitore a Tivoli. Alcune di queste ville palladiane? Villa Saraceno, villa Thiene, villa Almerico Capra, villa Caldogno, villa Emo…