Attorta, alcuni lo chiamano pure ‘ntorta, è un tipico dolce da forno delle Marche e dell’Umbria. Tuttavia è conosciuto forse di più come rocciata.
Una cosa però accomuna tutte queste denominazioni, ovvero provengono dalle radici di “torcere” ed “arrocciare”.
Le origini di questo dolce sono molto antiche, ad esempio si parla di un alimento, con tutta probabilità simile alla stessa rocciata, ed usato nei riti sacri: il “tensendo”. Altri invece farebbero risalire il dolce ai barbari longobardi, questo per la somiglianza con lo strudel. Altri ancora, invece, sostengono che la ricetta fu portata a Foligno da soldati austriaci di passaggio in Umbria nel XVIII secolo. Ma quali sono gli ingredienti? Si tratta di una sottile pasta a sfoglia a base di farina di grano, olio ed acqua, in cui viene avvolto un impasto formato da mele, noci, zucchero, olio d’oliva (ci sono però persone che vi mettono pure uva sultanina, pinoli, cannella e marmellata). La medesima pasta di base viene usata anche con altri tipi di ripieno, ossia con ricotta, zucchero e cacao amaro, poi con cavoli ripassati in padella e, infine, erbe campagnole o spinaci conditi con zucchero ed uva sultanina. Oggi la rocciata viene di solito preparata soprattutto a Foligno ed Assisi e, come attorta, nella montagna folignate dove la ricetta è più semplice e senza ingredienti aggiuntivi. Per la “rocciata di Foligno” è stato richiesto il riconoscimento di Denominazione di Origine Protetta (DOP).