Un dolce può, in qualche modo, imitare nella forma e nell’aspetto i frutti e talvolta pure gli ortaggi? Sì, se consideriamo la celebre martorana.
Si tratta di un dolce tipico della Sicilia, ma conosciuto in tutto il Paese. Rientra nelle ricette veloci? Certamente, ma la prima cosa che appare evidente è la palese somiglianza col marzapane (pasta di mandorle con zucchero ed albume d’uovo), tuttavia c’è da dire che è più dolce. Alla base della sua ricetta vi è la farina di mandorle e zucchero.
Ovviamente è un dolce legato molto alle tradizioni antiche della regione e c’è da dire subito che veniva preparato per la ricorrenza della Commemorazione dei defunti del 2 di novembre. Ma perché si chiama proprio martorata? Ciò è da collegare al nome alla Chiesa di S. Maria dell’Ammiraglio o San Nicolò dei Greci, più comunemente nota come Chiesa della Martorana, che si trova a Palermo. Tale chiesa venne edificata nel 1143 per volere dell’ammiraglio bizantino Giorgio Rozio d’Antiochia.
Sempre secondo la tradizione, la frutta di Martorana è nata perché le suore del convento della Martorana, per sostituire i frutti raccolti dal loro giardino ne crearono di nuovi, ma utilizzando proprio mandorla e zucchero, in modo da abbellire il convento per la visita del Papa dell’epoca. Questo dolce ebbe talmente molto successo che superò le mura del convento fino a giungere alla corte del re. Da quel momento in poi divenne la cosiddetta “pasta Riali” (cioè, pasta reale).
Oggi la troviamo esposta nelle vetrine dei maestri pasticcieri che esibiscono la loro fantasia in tutte le forme possibili di frutta e anche di altro, come ad esempio le pecorelle di Pasqua.