Qual’è la torta più amata e diffusa in Sicilia? Certamente la cassata, anche se è conosciuta moltissimo pure fuori dall’isola.
Per prima cosa tocca dire che è riconosciuta ed inserita nella lista P.A.T., ovvero dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali che, per norma (secondo il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali), devono essere “ottenuti con metodi di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidati nel tempo, omogenei per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali, per un periodo non inferiore ai 25 anni.”
Una ricetta semplice? Sì potremmo dire di sì, tuttavia l’aspetto esteriore può variare da una scarna decorazione di glassa e un po’ di scorza d’arancia candita, fino a decorazioni con perline colorate e frutti canditi diversi. Secondo le varianti locali (ce ne sono diverse), ci possono poi essere ingredienti aggiuntivi come, ad esempio, cannella, pistacchio, pinoli, cioccolato…
Tutto sembrerebbe risalire alla dominazione araba del IX-XI secolo. Gli arabi portarono in Sicilia vari alimenti, tipo il cedro, il mandarino e la canna da zucchero. Col periodo normanno (1061-1198), invece, venne realizzata la pasta reale (anche chiamata frutta di Martorana).
Ma gli ingredienti di questa celebre cassata siciliana? Pan di Spagna, pasta reale, ricotta e frutta candita.
Una curiosità, la decorazione caratteristica della cassata siciliana con la cosiddetta zuccata, venne introdotta nel 1873, grazie al pasticciere palermitano Cav. Salvatore Gulì, che aveva un laboratorio nel centro di Palermo.