“No gh’è a sto mondo, no, più bel biscoto, più fin, più dolse, più łisiero e san par mogiar ne ła cìcara o nel goto del baìcoło nostro venessian.”
Così un passo del Dizionario del Dialetto Veneziano che, tradotto in italiano, recita: “Non c’è a questo mondo, no, più bel biscotto, più sottile, più dolce, più leggero e sano da intingere nella tazzina o nel bicchiere del baicolo nostro veneziano.”
Si tratta dei baìcoli, biscotti tradizionali e tipici di Venezia, sempre presenti in qualsiasi nave e mercantile battente bandiera di San Marco.
Così il giurista Giuseppe Boerio li descrive: “Pasta reale condita di zucchero, spugnosa, biscottata, che s’inzuppa nel caffè o simili bevande. Dicesi baicolo per similitudine, benché grossolana, alla figura dei piccolissimi cefali, chiamati appunto Baicoli”.
Secondo alcune fonti, il loro nome deriverebbe, appunto, dal cefalo di taglia minuta, chiamato appunto baicolo.
La preparazione è piuttosto laboriosa, mentre questi sono gli ingredienti: farina, lievito, zucchero, burro e uova (albume).
A differenza di altri dolci veneziani ricchi di spezie, frutta secca ed aromi vari, il baicolo, nella sua grande semplicità, diventa compagno perfetto in abbinamenti eleganti, quali ad esempio cioccolata calda, caffè, zabaione, e budini.
Questi biscotti hanno la caratteristica di conservare a lungo la fragranza quando sono conservati nel modo adatto in scatole di latta, dunque potevano essere portati in mare e consumati durante i lunghi viaggi delle navi veneziane.