Le vacanze devono essere alla portata di tutti, ma capita alcune volte, che le persone che hanno maggiori difficoltà, trovano degli ostacoli in questo. Sono anni ormai che si parla di come numerose strutture ricettive – ma non solo – debbano diventare più accessibili anche per le persone disabili.
Di strada ne è stata fatta, le leggi turistiche in materia parlano chiaro, per quanto concerne l’ abbattimento delle barriere architettoniche, ma non è ancora sufficiente.
Dal 2008 però, un passo in avanti è stato fatto con la rete di Village for all. Si tratta di campeggi che si sono uniti insieme per rendere accessibili le loro strutture a chi ha difficoltà motorie o sensoriali. Il progetto consiste nel rendere le strutture a norma di legge. Questo viene fatto investendo del denaro nella riqualificazione architettonica delle strutture ma anche nella formazione del personale.
Si sottovaluta come le persone disabili siano una fetta di mercato turistico dal grande potenziale, spesso sottostimato. Rendere le strutture ricettive adeguate non è solo un dovere morale – prima di tutto – ma anche un investimento in sicuri maggiori introiti. Paradossalmente i campeggi, che nell’immaginario collettivo sono visti come le strutture ricettive meno confortevoli, sono invece i più attrezzati. Sono infatti i campeggi che l’altro anno hanno registrato una crescita esponenziale di domande dalle persone diversamente abili.
La tipologia di target è quella di clienti che si fidelizzano, con la tendenza a tornare nelle strutture dove si sono trovati a loro agio, si muovono in bassa stagione e utilizzano il “passa parola”. Attualmente i campeggi di Village for all sono circa 12, situati tra la Lombardia, il Veneto, la Puglia, e l’Umbria. Ma l’obiettivo è di dotare tutte le regioni italiane di queste strutture e di promuovere una campagna d’immagine all’estero.