Qual è, forse, la specialità più famosa e rinomata, della pasticceria siciliana? La risposta è quasi scontata: i cannoli siciliani, una specialità inserita nel PAT, ossia la lista dei prodotti agroalimentari tradizionali.
Si tratta di un dolce antichissimo e ci sono varie ipotesi sulla sua nascita. Tra le testimonianze più autorevoli c’è quella di Cicerone che, nel 70 a.C., trovandosi in Sicilia parlò, in questi termini, di un dolce proprio simile al cannolo come noi tutti lo conosciamo: “Tubus farinarius, dulcissimo, edulio ex lacte factus.”
Alcuni mettono in relazione il suo nome alle canne di fiume su cui veniva arrotolata la cialda durante la sua preparazione (ciò terminò dopo l’approvazione, decenni fa, di diverse norme a salvaguardia dell’igiene). Il cannolo, infatti, è composto da una cialda di pasta fritta chiamata “scòrza” ed un ripieno di ricotta di pecora. In particolare, questa scorza è costituita da farina, zucchero e strutto. Non solo però il ripieno, questo perché andranno aggiunti pure i canditi, un po’ di zucchero a velo e qualche goccia di cioccolato. C’è da dire, inoltre, che venivano consumati, all’origine, nel periodo di Carnevale, tuttavia proprio a causa del suo grande successo, si è decisi di prepararli anche durante tutto l’anno. Il risultato è un dolce molto gustoso ed amato pressoché in ogni regione d’Italia (e nel mondo).