Capodanno cosa vuol dire? Ok, fine ed inizio del nuovo anno con tutte le speranze ed i buoni propositi del caso, ma anche divertimenti in qualche locale ed in piazza con gli amici. Eppure, diverse persone metterebbero anche il cotechino tra i simboli del Capodanno. Un piatto, questo, decisamente amato dagli italiani e non solo a Modena, vera città di questo tradizionale insaccato.
Il suo nome deriva dalla cotica, ossia dalla cotenna del maiale. Il budello va riempito con cotenna, appunto, carne, aromi e sale. Il cotechino richiedere un tempo di cottura abbastanza lungo, ma a fuoco basso per evitare che si sfaldi il budello. Il procedimento ideale è quello che vede la pelle del cotechino bucata da uno stuzzicadenti in svariati punti, in modo da permettere la fuoriuscita del vapore durante la cottura, poi lo si avvolge in un tovagliolo, lo si lega e lo si mette in una pentola di acqua fredda. Mettere poi la pentola, con coperchio, su un fuoco medio-basso ed attendere, quindi, che inizi a bollire. Adesso il fuoco andrà diminuito ed il tutto dovrà andare avanti per circa 4 ore. C’è da dire che il cotechino ha ottenuto l’IGP, ovvero l’Indicazione Geografica Protetta (il marchio d’origine che l’Unione Europea attribuisce a determinati prodotti di qualità e di ampia diffusione).
Il cotechino si può abbinare, ad esempio, alle lenticchie, ma anche alle patate ed alla polenta. Poi ci sarebbe tutto il discorso del paragone e raffronto con lo zampone ma questo, come si usa dire, è un’altra storia…