Ok, lo ammetto, chi vi scrive adora i bucatini all’amatriciana. Si tratta di uno dei piatti tipici della cucina romana e laziale. Un piatti, poi, molto conosciuto ed amato anche da coloro che non abitano nella Capitale.
Il nome deriva da un paese vicino Rieti, Amatrice. L’antenata della amatriciana è ritenuta la gricia, detta pure griscia. Secondo alcuni, il nome deriverebbe da gricio, ossia colui che, nella Roma dell’Ottocento, vendeva il pane ed altri tipi di alimenti. Ma cos’è, quindi, la gricia? Possiamo considerarla a tutti gli effetti l’amatriciana, ma senza il pomodoro.
Gli ingredienti, allora, dell’amatriciana? Ovviamente i bucatini, poi pomodoro, guanciale e pecorino.
All’inizio del Novecento aumentò considerevolmente la popolarità di questa buonissima pietanza. In quel periodo, infatti, parecchi osti, o titolari di trattorie, provenivano proprio da Amatrice. Da qui, al nome del piatto, il passo è breve! La loro ricetta venne accolta molto bene dai romani, fino ad assimilarla tra i piatti tipici della Città Eterna.
Esistono delle varianti alla ricetta standard? Tutti concordano sull’utilizzo del guanciale (non la pancetta!), ma l’impiego della cipolla, del pepe e del peperoncino è facoltativo. Solo i bucatini? Diciamo che, in questo caso, non c’è regola ferrea, perché si possono usare anche i classici spaghetti ed i rigatoni.
Vi ho fatto venire fame? Io, a dire il vero, vorrei proprio andare in una di quelle belle trattorie di Trastevere…