Il 16 gennaio la vigilia di S. Antonio Abate ,viene cotta e distribuita “la ricciata” (granone e grano messo a mollo due o tre giorni prima ) a tutti i devoti. Il Gesù Meri ” é cott” “a recciat” (Gesù Maria é cotta la ricciata ? ) corre di porta in porta ed i ragazzi in modo particolare ne fanno delle vere e proprie scorpacciate. Gli anziani si soffermano intorno al grosso caldaio recitando varie orazioni al Santo, inginocchiati e con la mano destra poggiata a terra. Dopo si degusterà la ricciata con un po’ di sale e olio novello affondando la mano nella “spasetta” di ferrobianco.
Tale data segna anche l’inizio del carnevale ed ha radici molto profonde. Il martedì grasso e mercoledì delle ceneri si festeggia un Carnevale tutto allegro che accompagnato da suoni e canti arriva in piazza a cavallo ad un asino, sul tardi comincia ad avvertire dei forti dolori addominali e gli viene fatto un clistere con una rudimentale macchina da vigneto. Non dando buon esito il clistere si ricorre all’intervento chirurgico con attrezzi rudimentali. Spaccata la grossa zucca che funge da pancia ne escono fuori annoglie, pelle di capretto, cotiche, salsicce… alla fine i fagioli e il baccalà che hanno causato il malore. Con i conforti della quaresima il carnevale festeggia ballando la buona riuscita dell’intervento,(la quaresima è vestita di nero e molto magra). Il giorno dopo il carnevale morto viene accompagnato per le vie del paese dalla marcia funebre (a suo tempo era la rinomata banda castellinese ad eseguirla ) e dal pianto dei parenti. Non manca la schiera dei diavoli con tanto di forche e la croce obliqua stracarica di cipolle, aglio e peperoncino…
Finito il giro del paese il pupazzo viene impiccato in piazza e poco dopo incendiato sul rogo al suono sempre della marcia funebre, (vi sono canti, detti, grida che sono stati raccolti a parte).
Per avere maggiori informazioni: www.comune.castellinodelbiferno.cb.it