Torino è nell’immaginario collettivo una città industriale, grigia e fredda. È prima di tutto, una città che vanta dei monumenti unici e di una bellezza che lasciano senza fiato. Palazzi storici di un valore inestimabile, capolavori dell’arte e dell’architettura. Torino è stata la città dei Savoia e qui i sovrani lasciarono segno indelebile del loro potere. Tra questi vi è il Palazzo Reale, che venne scelto da loro come residenza, quando Emanuele Filiberto I di Savoia trasferì la sede ducale da Chambery a Torino.
Il Palazzo Reale è un edificio antichissimo, risultato dell’addizionarsi delle diverse epoche storiche.
Sino al XVI secolo era adibito a palazzo vescovile. Questo passaggio segnò sia l’architettura della piazza che della città. Il Palazzo con Carlo Emanuele II di Savoia divenne il fulcro dell’allargamento della città.
L’evoluzione del palazzo incominciò dal 1630 anno della morte di Carlo Emanuele I di Savoia. Colei che prese “le redini” della sua costruzione fu una donna, Maria Cristina di Borbone-Francia, conosciuta come Madama Reale. Per suo volere nel 1640 furono ricostruiti gli ambienti. Per questa occasione i lavori furono affidati all’architetto di corte Carlo di Castellamonte che col figlio Amedeo, realizzò buona parte della facciata e degli interni. Questa fu una prima fase, ma quello che viene considerato il periodo d’oro del palazzo avviene dopo il termine di questo primo periodo.
Facciamo un balzo in avanti nel tempo al 1722 anno del matrimonio tra Carlo Emanuele e la principessa Cristina di Baviera – Sulbasch.
Da questo momento in poi per il palazzo inizia un periodo di grande importanza. I lavori furono affidati a Filippo Juvarra che fece divenire la residenza sabaudia un luogo di lusso e di vita mondana.
Esternamente il palazzo ha un aspetto austero, in linea con l’architettura barocca, ma molto più minimale.
La facciata, lunga 107 metri, è caratterizzata da un equilibrio creato dai due padiglioni laterali. Alla compostezza esterna, vi è in contrapposizione lo sfarzo degli ambienti interni. Questi sono il risultato degli artisti che nelle diversi epoche lo arricchirono con le loro splendide opere d’arte. Il piano nobile è caratterizzato da uno stile aulico simboleggiante il valore della dinastia. Qui vi sono degli ambienti di grande pregio come, il Salotto Cinese, opere del Beaumont, la Galleria del Daniel che all’epoca era in “concorrenza” con quella degli Specchi di Versailles. Vi erano inoltre l’Appartamento d’Inverno del Re e la Sala del Trono.
L’accesso è al secondo piano avviene con un elemento architettonico che è considerato uno dei massimi capolavori di Filippo Juvarra, la “Scala delle Forbici”. Ci troviamo di fronte ad una maestosa gradinata in marmo, leggera e sinuosa grazie alla voluta che scarica il peso sulle pareti adiacenti. Gli ambienti del secondo piano sono molto eterogenei a seconda della epoche in cui furono realizzati. Qui troviamo la grande Sala da Ballo, la Piccola Galleria del Beaumont, le Tre Anticamere (Sala della Guardia del Corpo, Sala degli Staffieri Sala dei Paggi). Vi sono inoltre le stanze che nel Novecento erano della Principessa Maria Josè. Da non perdere gli appartamenti del Duca D’Aosta. Nell’insieme l’edificio mostra al suo interno tre diversi stili, barocco, rococò e neoclassico.
Dietro il palazzo si sviluppano i Giardini Reali che furono realizzati su modello delle maggiori regge d’Europa. La maggior parte, ancora oggi visibili, sono opera dell’architetto Andrè Le Nôtre, che aveva lavorato a Versailles. Qui giochi d’acqua e prospettive floreali erano gli elementi forti di questi magici spazi.
L’edificio rimase residenza dei re di Sardegna sino al 1859 e di Vittorio Emanuele II sino al 1865, re d’Italia, che dopo l’unità, prima scelse Firenze con Palazzo Pitti e poi quando Roma divenne capitale scelse il Quirinale come residenza per la sua corte.
Il Palazzo Reale di Torino è un monumento unico mostrante la grandiosità del nostro paese nel passato.