Non potevamo cominciare la nostra “visita” in Piemonte senza trattare, non solo, Torino, ma soprattutto il monumento simbolo di questa città e di tutta la regione, la Mole Antonelliana. Una delle opere più grandiose realizzate in Italia questo edificio è conosciuto in tutto il mondo.
Imponenti le sue dimensioni, così come la sua storia. L’enormità dell’opera è in linea con le tendenze architettoniche del tempo. Era la fine dell’Ottocento quando in Europa ma anche oltreoceano, numerosi architetti cercavano dei nuovi mezzi per poter realizzare degli edifici sempre più maestosi. Da poco passata la rivoluzione industriale, ci si era resi conto dei vantaggi di nuovi materiali. Il confine tra architettura e ingegneria si era fatto più labile, si può dire che le due categorie entrarono quasi in lotta per la loro supremazia nel campo dell’arte. I nuovi materiali il cemento armato, il ferro e l’acciaio iniziarono a farsi strada nelle nuove costruzioni.
Molte di esse sfidavano la forza di gravità con grandi altezze, basti pensare che nello stesso periodo fu innalzata la Tour Eiffel per il centenario della rivoluzione francese, in occasione dell’esposizione universale di Parigi.
La Mole Antonelliana è perfettamente collocabile in questo dibattito. Il suo nome deriva dall’architetto che la progettò e costruì Alessandro Antonelli, che realizzò un’opera che per la sua altezza totale di 167.5 metri, è l’edificio più alto in Italia e quello in muratura più alto d’Europa.
L’avventura della Mole cominciò nel 1863 in un luogo, dove un tempo, vi erano i bastioni delle mura cittadine fatti demolire da Napoleone Bonaparte a inizio Ottocento. Dopo la concessione da parte di Carlo Alberto del culto delle religioni non cattoliche qui doveva essere costruita una sinagoga. Il progetto di Antonelli che prevedeva già da subito un edificio imponente, con i conseguenti maggiori costi non furono graditi dalla comunità ebraica. Così nel 1873 la città di Torino fece uno scambio affidando alla comunità un altro terreno per la loro sinagoga, decidendo che l’edificio di Antonelli sarebbe stato dedicato a re Vittorio Emanuele II.
Per l’architetto fu un’opera leggendaria ed infinita tanto che non riuscì a vederla conclusa. Si narra che fino a quasi novanta anni, l’architetto con un rudimentale ascensore a carrucola, seguiva personalmente i lavori sino ad altezze elevate. La Mole fu inaugurata nel 1889 – steso anno della Tour Eiffel – ed era sede del Museo del Risorgimento. I lavori continuarono anche successivamente sino al 1908 quando fu decorata internamente.
Dal punto di vista architettonico la mole ha una base quadrata costruita in muratura, sopra la quale si innalza l’immensa cupola. L’ingresso è preceduto da un pronao a colonne, sopra la cupola vi è piano aggiuntivo di colonne chiamato il Tempietto, e una guglia slanciata in altezza. Il Tempietto è raggiungibile attraverso un ascensore che da una visione della mole a trecentosessanta gradi.
Il primo fu costruito nel 1964 e un secondo nel 1987 che fu in funzione sino al 1996. In quell’anno si decise che la Mole avrebbe ospitato il Museo Nazionale del Cinema. In occasione di questa nuova sistemazione furono fatti dei lavori per la costruzione di un nuovo ascensore panoramico, che entrò in funzione nel 2000. Oggi la mole ospita pezzi provenienti dai set dei primi film italiani e cimeli cinematografici.
Per capire l’importanza che questo edificio ha per l’Italia basti pensare che la sua immagine è nel retro delle monete da due centesimi italiane e che fu rappresentata anche nelle due euro commemorative i giochi olimpici invernali, ospitati a Torino nel 2006.
La mole ha avuto non pochi problemi, alcuni dovuti a ragioni strutturali ed altri per eventi naturali come alluvioni, che hanno provocato in passato dei gravi incidenti per dei crolli di alcune parti.
Quando vi recate e Torino, al di là di fare una visita vera e propria alla mole, comunque la vedrete perché domina il paesaggio del capoluogo piemontese.
[…] Siamo tutti in attesa, ma a breve sara possibile anche questo percorso: partire da Milano in bici per arrivare a Torino. […]