Continua la nostra ricerca per proporvi degli spunti preziosi per questi week end. Come avrete notato negli ultimi mesi, ce ne sono di posti in Italia da visitare, c’è l’imbarazzo della scelta. Da un pochino ci stiamo dedicando alla splendida Emilia Romagna, dopo Rimini, oggi la nostra attenzione si sofferma su Ravenna.
Ravenna ha numerosi monumenti che sono interessanti da visitare, per la loro storia millenaria. Dal mausoleo di Galla Placidia, alle Basiliche di Sant’Apollinare Nuovo e Sant’Apollinare in Classe, ma tra questi c’è ne è uno degno di nota perché è uno dei monumenti più importanti dell’arte bizantina in Italia, la Basilica di San Vitale.
Ci troviamo di fronte ad un edificio antichissimo che fu iniziato nel 525 da Giuliano Argentario su ordine del vescovo Ecclesio. Erano gli anni in cui regnava Teodorico. Fu consacrato nel 547 dall’arcivescovo Massimiano. Ravenna era già sette anni che era sotto il dominio bizantino. L’edificio fu completato grazie ad una cospicua donazione fatta dal banchiere Giuliano l’Argentario.
La pianta dell’edificio in Italia è unica nel suo genere, perchè prende le distanze sia dal tipico schema longitudinale e sia da quello a pianta centrale. Il modello più vicino è una la chiesa dei Santi Sergio e Bacco a Costantinopoli, dello stesso periodo. San Vitale è a pianta ottagonale con cupola inglobata nascosta dal tiburio. Esternamente la struttura è in laterizio e ogni facciata è collegata con quella vicina con l’utilizzo di contrafforti ed è divisa in settori attraverso l’utilizzo di paraste e di una cornice dentellata. Il tiburio, sopraelevato, è anch’esso ottagonale. L’abside esternamente è poligonale, mentre all’interno è semicircolare ed è affiancata da due piccoli ambienti chiamati pastofori. L’edifico ha due ingressi, uno in asse e l’altro invece, obliquo rispetto all’abside. Il nartece è anch’esso obliquo. In questo modo manca il canonico rapporto rettilineo tra ingresso ed abside.
La pianta della basilica è piuttosto complessa. Abbiamo un deambulatorio ottagonale a due piani e un ambiente centrale sempre ottagonale. I due sono in connessione tra loro attraverso un rapporto aureo. Nel loro passaggio si trovano delle esedre racchiuse entro grandi archi sostenuti da pilastri angolari. Le esedre sino inoltre traforate da un doppio ordine di arcatelle. Sui pilastri si innalza la cupola.
Il peso delle masse strutturali è alleggerito attraverso degli accorgimenti. I pulvini sollevano l’arco portandolo in alto, e i capitelli, provenienti di Bisanzio, hanno la forma di cesti traforati. Protagonista indiscussa, insieme ai mosaici, è la luce che penetra da diverse angolazioni.
Lo sfarzo decorativo è tipico della corte bizantina, mentre l’utilizzo di tubi fittili per alleggerire la cupola, sono di tradizione italiana.
La basilica di San Vitale è nota per gli splendidi mosaici. L’attenzione è incentrata nell’area absidale, dove vi sono due angeli in volo che reggono in simbolo della croce. A questi fanno da pendant, altri quattro angeli, che tengono un medaglione l’Agnello sacrificale, nella calotta absidale.
I Mosaici più celebri di San Vitale a Ravenna sono quelli dell’Imperatore Giustiniano e Teodora con le rispettive corti. Anche la cupola è decorata, ma lo fu successivamente. Nel 1780, essa fu affrescata dai bolognesi Barozzi e Gandolfi, e dal Veneto Guarana. Numerosissimi sono i turisti che si recano a San Vitale sopratutto per i fantastici mosaici. Al suo interno vi è un piccolo gioiello poco noto, che vale la pena notare. Quando vi trovate di fronte all’altare, invece di alzare lo sguardo verso i mosaici e gli affreschi della cupola, abbassatelo verso il pavimento, su un lato è rappresentato un labirinto, che conduce sino al centro della Basilica. Questo durante i primi anni del Cristianesimo era simbolo del peccato e il percorso simboleggiava la purificazione.
Qui finisce il nostro viaggio alla scoperta del capolavoro dell’arte bizantina in Italia.