C’è poco da fare non appena ti inoltri tra le novità e tendenze del settore turistico, non si smette mai di rimanere stupiti!
Stavo alla ricerca di qualche idea per proporvi qualche cosa di originale e di nuovo e mi sono imbattuta in questa notizia.
Sembra che è in forte aumento il riutilizzo delle ex prigioni o addirittura dei campi di concentramento come strutture ricettive.
Non solo, sembra anche che ci sono moltissimi appassionati che cercano appositamente questi luoghi della “morte” dove venivano rinchiusi i criminali o peggio i prigionieri di guerra.
Ormai ce ne sono diverse di queste strutture, come nell’isola in cui fuggì Papillon Cayenna, o anche sull’isola Calva vicino alla costa croata, dove morirono oppositori del regime di Tito condannati ai lavori forzati. Qui addirittura in alcuni pacchetti sono previsti i vari programmi di prigionia. Per non parlare del castello di Colditz vicino a Lipsia un tempo supercarcere nazista oggi Grand Hotel a 5 stelle con 500 letti e servizio impeccabile.
Nel 2013 invece la prigione di Sainte Anne ad Avignone diventerà un hotel di lusso, con ben 90 camere, sala riunioni e ristorante. L’architetto è lo stesso che ha realizzato la piramide del Louvre e lo Stade de France a Parigi, il progetto prevede il mantenimento dei volumi esistenti con la soppressione solo di alcuni muri.
Ora non so voi, va bene anche riqualificare le prigioni, ma il riutilizzo di campi di concentramento la trovo un iniziativa un po’ di cattivo gusto. Questi devono essere dei luoghi da ricordare che spingano a meditare sugli errori che l’uomo ha fatto nel passato e non dei nuovi posti trendy dove fare la bella vita.